lunedì 13 giugno 2011

Il bello viene ora


Gli italiani ce l'hanno fatta. Con un'affluenza alle urne di oltre il 56% (non era così alta da 16 anni), hanno respinto il nucleare al mittente, come già era accaduto nel 1987. "No, grazie. Facciamo senza", hanno detto gli elettori al governo. E così, ha garantito Berlusconi, il nucleare verrà abbandonato. Non poteva fare altrimenti. Domani, però, dopo le feste nelle piazze, e la soddisfazione per un Paese che sembra uscito dal letargo, si apre un'altra partita. Quella del nostro futuro. Partendo dal risultato referendario, chi ci governa dovrà saper costruire una politica energetica valida e lungimirante, nell'ottica di una visione del domani ben più ampia, che non sia solo no al nucleare, ma sì alle energie pulite, allo sviluppo sostenibile, all'innovazione. Raccogliere le firme e portare un popolo in letargo alle urne è stata dura, ma il bello viene adesso. 

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